Beat generation - Stanchi o Beati? - In mostra a Roma alla Galleria Nazionale di Arte Moderna



BEAT GENERATION






STANCHI O BEATI?

"I AM BEAT" Jack Keruac


Alla Galleria Nazionale D'Arte Moderna e Contemporanea è in mostra la Beat Generation con i suoi grandi poeti protagonisti di circa 200 foto e 400 documenti tra lettere, poesie, riflessioni.


Il termine “Beats” viene usato con disprezzo dai benpensanti di quel periodo che lo traducono con falliti, battuti e sconfitti a causa dell’uso uso, e talvolta abuso, di alcool e marijuana, della tormentata inquietudine e il dichiarato disprezzo nei confronti del sistema da parte di quel movimento giovanile. Tuttavia i beats non vengono mai sconfitti e affrontano l’opposizione dei conservatori a testa alta, fiduciosi della loro forza e sostenendosi a vicenda.
In questa foto Ginsberg e Kerouac




Per Keruac, "beat" significa "beatitudine" che accompagna coloro che dichiarano una guerra pacifica al sistema americano che segrega i neri, subordina le donne e opera discriminazioni basate sull’orientamento sessuale.



Tra gli ispiratori di questo movimento bisogna annoverare Ralph Waldo Emerson,Thoureau e Walt Withman.
In modo particolare quest’ultimo affascina l’adolescente Allen Ginsberg, nato a Newark, nel New Jersey, il 3 giugno 1926, che oggi avrebbe avuto l'età di mia nonna.




Cresciuto in una famiglia ebraica non praticante da padre poeta e docente di letteratura e madre attivista nel partito comunista, indubbiamente viene influenzato da un ambiente familiare culturalmente anti-conservatore. Mostra presto la sua personalità altruista e attenta alle problematiche del suo paese scrivendo lettere al New York Times in cui esprime con estrema chiarezza le sue considerazioni riguardanti i diritti dei lavoratori e altre questioni scottanti.
La sua passione per la poesia viene scoraggiata dal padre che gli suggerisce di intraprendere gli studi per diventare avvocato. Grazie ad una borsa di studio riservata ai giovani delle comunità ebraiche, il giovane Allen accede alla Columbia University dove entra presto in contatto con coloro che saranno i massimi esponenti della Beat Generation.
Non segue con profitto e interesse gli studi, ama la vita notturna della variegata umanità che si aggira a Times Square.










Nel 1954 si stabilisce a San Francisco dove conosce il poeta Peter Orlovsky con cui si legherà sentimentalmente per tutta la vita.

Grazie all’aiuto del poeta e promotore del Rinascimento poetico, Kenneth Rexroth, riesce ad organizzare un evento, passato poi alla storia come “The 6 Gallery Reading” in cui legge in pubblico la sua poesia “Howl -L’Urlo“.
É  il 13 ottobre 1955 e tale avvenimento, primo nel suo genere, viene ritenuto uno dei più rappresentativi manifesti della Beat Generation.
La poesia declamata da Ginsberg fa parte della sua prima raccolta di liriche, “L’Urlo e altre poesie“, che viene pubblicata l’anno seguente da una piccola casa editrice fondata da Lawrence Ferlinghetti.
Tale pubblicazione costa all’editore un processo per oscenità.




Kerouac scriveva:


Dobbiamo andare e non fermarci finché non siamo arrivati»

«Dove andiamo?»
«Non lo so, ma dobbiamo andare». 


Jack Kerouac scrisse il libro "Sulla Strada" quando aveva 29 anni, dal 2 al 22 aprile nel 1951, in sole tre settimane, con l'aiuto di caffè e benzedrina, come scrisse in un diario, mentre si trovava nella sua casa, a Ozone Park, nei sobborghi del Queens, New York sulla base di una serie di appunti raccolti al tempo suoi viaggi.
Fu dattiloscritto su un rotolo di carta per telescrivente o da tappezzeria, che misurava 36 metri, che gli fu regalata.
Il "rotolo" fu aggiudicato durante un'asta per un prezzo superiore ai due milioni di dollari.

Rifiutato da diverse case editrici, fu letto da Cowley, il quale ottenne dall'autore la revisione di diversi passaggi e la sostituzione dei nomi reali con nomi di fantasia e ne raccomandò la pubblicazione presso la VIKING PRESS nel 1957.
Il libro, che ottenne un immediato successo, narra in una visione soggettiva viaggio di uno scrittore.

Una curiosità, i personaggi del libro sono persone realmente esistite nella realtà.

Una mostra da non perdere.



« E mentre me ne stavo li seduto ad ascoltare quel suono notturno che il bebop era venuto a rappresentare per tutti noi, pensavo a tutti i miei amici da un capo all'altro del paese e come in realtà si trovassero tutti nello stesso vasto cortile e far qualcosa di così frenetico e convulso »
(Jack Kerouac, On the Road, pg.32)

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