LUCIO


Il vero antagonista del kitsch totalitario è l’uomo che pone delle domande.
Una domanda è come un coltello che squarcia la tela di un fondale dipinto
per permetterci di dare un’occhiata a ciò che si nasconde dietro.

Milan Kundera – L’insostenibile leggerezza dell’essere

Lucio. Lucio Fontana.
Quando per la prima volta ho visto uno dei suoi quadri ho pensato che lo avrei fatto esattamente come lui, un quadro pulito, una tela a colori, e un taglio, più tagli.
Non avevo idea di cosa ci fosse al di là di quel quadro, che ci fosse un mondo, un filo invisibile tra tela e infinito.
Criticato da molti, non compreso, come la maggior parte degli artisti contemporanei, in tanti lo hanno accusato di aver solo tagliato una tela, senza esprimere nulla.
Mancanza di emozione.
Io, al contrario, insieme a tanti altri, ho provato un senso di liberazione di fronte ai quadri di Lucio.
Negli anni in cui dipingeva, Fontana non si manteneva con la pittura, era insegnante e scultore. Amava l'arte e amava guardare la realtà con un occhio diverso rispetto agli altri, cercava un limite e voleva superarlo,
come lui stesso diceva:

“…è l’infinito, e allora buco questa tela, che era alla base di tutte le arti,ed ecco che ho creato una dimensione infinita,
un buco che per me è alla base di tutta l’arte contemporanea, per chi la vuol capire.
Sennò continua a dire che l’è un büs e ciao…”

Lucio Fontana nasce nel 1899 in Argentina, da padre italiano e madre argentina.
I suoi contatti con l'arte iniziarono nel 1921 quando cominciò a lavorare nell'officina di scultura del padre Luigi, diventando poi seguace di Adolfo Wildt.
La sua attività artistica sulle tele inizia nel 1949, quando prese un taglierino tagliando la tela, aprendo uno spazio e creando una prospettiva.
Il pubblico si scandalizzò ritenendo le opere troppo scontate, proprio per la facilità con cui era possibile rifarle, ci fu infatti un grande problema di falsificazione, tanto che lo stesso Fontana si tutelò scrivendo sul retro delle tele delle frasi.
È stato pittore, scultore, ceramista, mosaicista, ha trattato il Cemento Dipinto, ha praticato anche l'Architettura.
L'Atelier dell'artista si trova ad Abissola Marina, la moglie Teresita Rasini, nel 1982, ha dato vita alla Fondazione Lucio Fontana, alla quale lasciò oltre seicento opere dell'artista e di cui è stata presidente fino alla sua scomparsa nel 1995.
La Fondazione collabora all'organizzazione di mostre, ospitate da importanti istituzioni pubbliche o private come: la grande antologica, la mostra Guggenheim, la personale itinerante, in Giappone e l'esposizione al Pompidou di Parigi.






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